I nuovi potenti e il giornalismo italiano
Di nuovo l’Italia si troverà senza un contropotere: quello della stampa
“Facciamoli lavorare, vediamo come iniziano”. Questa frase in queste ore ronza nella testa di tanti colleghi. Gli viene detta da direttori, capiredattori e anche qualche editore.
Hanno tutti la mia solidarietà ma c’è qualcosa che non torna.
E quello che non torna, a dirla brutalmente, è questo: il giornalismo italiano non ha capito nulla del Movimento e di cosa stava succedendo in Italia dai primi anni 2000 ad oggi.
Per anni la politica, il giornalismo, le élite hanno ignorato, banalizzato e preso in giro non tanto e non solo Casaleggio e Grillo, ma tutto quello che succedeva intorno a loro.
Miopi e inutili mosche cocchiere di un regime e di un epoca morente non si sono accorti che il presente li stava sorpassando. Pochi, pochissimi, hanno avvertito le scosse che anticipavano lo tsunami.
Se lo avessero capito e raccontato forse non saremmo arrivati a questo punto.
E adesso ben gli sta a questi guru dell’informazione e del cazzeggio mainstream a tutte le ore: si troveranno, loro, quelli con la puzza sotto il naso a trattare con pezzi da novanta come Casalino e Dettori e dovranno pendere dalle loro labbra per sapere cosa, dove e quando farà il nuovo governo.
E di nuovo come nel passato assisteremo all’ennesimo paraculismo dell’informazione nei confronti dei nuovi potenti.
Che il giornalismo non capisca il Movimento ha una sua dimostrazione plastica. Fino a poche ore fa quei giornalisti e analisti più vicini al Movimento si affannavano a dire che M5S non avrebbe mai fatto l’alleanza con la Lega. Anche per questo i loro lettori si sono fidati e pur avendo il cuore a sinistra li hanno votati.
Ciò significa che il giornalismo italiano — perdonatemi la sintesi rozza ma è per capirci — non solo non ha capito nulla ma non sarà in grado di leggere e saper raccontare quello che succederà in Italia con questo governo.
Di nuovo l’Italia si troverà senza un contropotere: quello della stampa.
Tutto sarà comunicazione. Ci ammansiranno una riforma della legge Fornero che sarà uguale a quella precedente, allargheranno di poco le maglie del reddito di inclusione (che già esiste) e lo propaganderanno come il reddito di cittadinanza, ci diranno che togliere le sanzioni a Putin serve per rendere più sicuro il mondo. E ancora una volta il famoso cane da guardia sarà un cagnolino da riporto e gli elettori si divideranno, come in passato, in fan e detrattori, divisi di nuovo, di truffa in truffa, da Berlusconi a Di Maio.
In ogni caso, non è con questo genere di giornalismo che si potrà leggere quello che succederà.
Perché succederà molto e si farà di tutto per nasconderlo.
Attrezzatevi, attrezziamoci.
