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I nuovi potenti e il giornalismo italiano

Di nuovo l’Italia si troverà senza un contropotere: quello della stampa

3 min readJun 1, 2018

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“Facciamoli lavorare, vediamo come iniziano”. Questa frase in queste ore ronza nella testa di tanti colleghi. Gli viene detta da direttori, capiredattori e anche qualche editore.

Hanno tutti la mia solidarietà ma c’è qualcosa che non torna.

E quello che non torna, a dirla brutalmente, è questo: il giornalismo italiano non ha capito nulla del Movimento e di cosa stava succedendo in Italia dai primi anni 2000 ad oggi.

Per anni la politica, il giornalismo, le élite hanno ignorato, banalizzato e preso in giro non tanto e non solo Casaleggio e Grillo, ma tutto quello che succedeva intorno a loro.

Miopi e inutili mosche cocchiere di un regime e di un epoca morente non si sono accorti che il presente li stava sorpassando. Pochi, pochissimi, hanno avvertito le scosse che anticipavano lo tsunami.

Se lo avessero capito e raccontato forse non saremmo arrivati a questo punto.

E adesso ben gli sta a questi guru dell’informazione e del cazzeggio mainstream a tutte le ore: si troveranno, loro, quelli con la puzza sotto il naso a trattare con pezzi da novanta come Casalino e Dettori e dovranno pendere dalle loro labbra per sapere cosa, dove e quando farà il nuovo governo.

E di nuovo come nel passato assisteremo all’ennesimo paraculismo dell’informazione nei confronti dei nuovi potenti.

Che il giornalismo non capisca il Movimento ha una sua dimostrazione plastica. Fino a poche ore fa quei giornalisti e analisti più vicini al Movimento si affannavano a dire che M5S non avrebbe mai fatto l’alleanza con la Lega. Anche per questo i loro lettori si sono fidati e pur avendo il cuore a sinistra li hanno votati.

Ciò significa che il giornalismo italiano — perdonatemi la sintesi rozza ma è per capirci — non solo non ha capito nulla ma non sarà in grado di leggere e saper raccontare quello che succederà in Italia con questo governo.

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Di nuovo l’Italia si troverà senza un contropotere: quello della stampa.

Tutto sarà comunicazione. Ci ammansiranno una riforma della legge Fornero che sarà uguale a quella precedente, allargheranno di poco le maglie del reddito di inclusione (che già esiste) e lo propaganderanno come il reddito di cittadinanza, ci diranno che togliere le sanzioni a Putin serve per rendere più sicuro il mondo. E ancora una volta il famoso cane da guardia sarà un cagnolino da riporto e gli elettori si divideranno, come in passato, in fan e detrattori, divisi di nuovo, di truffa in truffa, da Berlusconi a Di Maio.

In ogni caso, non è con questo genere di giornalismo che si potrà leggere quello che succederà.

Perché succederà molto e si farà di tutto per nasconderlo.

Attrezzatevi, attrezziamoci.

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Nicola Biondo
Nicola Biondo

Written by Nicola Biondo

Giornalista, scrittore, consulente parlamentare, perito giudiziario, un paio di incarichi universitari: e mi sono pure divertito.

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